I Chironomidi sono una famiglia appartenente ai Ditteri che raggruppa in Europa parecchie centinaia di specie. Gli adulti hanno un aspetto nel complesso simile a quello delle zanzare, non di rado anche per dimensioni e colore. Tuttavia, si distinguono per il torace d’aspetto gibboso (molto convesso dorsalmente) che in molte specie sovrasta il capo piuttosto piccolo e inserito in basso, e per non essere in grado di pungere. Infatti, gli esemplari adulti di molte specie non si nutrono per niente.
Vi sono specie il cui corpo è uniformemente nero, altre che lo hanno di colore verde piuttosto chiaro. Le antenne nei maschi spesso sono fortemente ‘piumose’. Le zampe anteriori possono presentarsi nettamente allungate. Gli adulti vivono pochi giorni.
Le larve sono comunemente presenti negli habitat acquatici e normalmente sono tra gli insetti maggiormente numerosi di queste comunità, in termini di abbondanza di esemplari e ricchezza di specie.
Vi sono anche specie le cui larve sono terrestri, vivono nell’humus e nelle sostanze in decomposizione oppure sotto alle cortecce.
Le larve, che, come in tutti i Ditteri, sono prive di zampe, hanno un corpo molto allungato; una delle specie più conosciute appartiene al genere Chironomus la cui larva di colore rosso vive nei detriti sul fondo delle acque stagnanti. Il colore rosso è dato dalla presenza di emoglobina che le permette di assumere dall’acqua sufficiente ossigeno per sopravvivere in questi ambienti piuttosto asfittici.
Riguardo alla loro diversità ecologica, alla loro ubiquità e alla posizione cruciale nella catena alimentare, i Chironomidi sono degli importanti biondicatori e ricoprono un posto di rilievo nei programmi di conservazione della natura.
L’entomologo Steve Brooks del Natural History Museum di Londra studia i resti dei Chironomidi (soprattutto le capsule cefaliche), che ben si conservano nei sedimenti sul fondo di bacini lacustri, perché questi rappresentano un “archivio naturale delle specie di Chironomidi che hanno vissuto in quel lago”, fornendo in tal modo informazioni di carattere paleoecologico sull’evoluzione storica delle caratteristiche di quegli ambienti.
I Chironomidi completano il loro sviluppo solo se le condizioni ambientali sono ottimali. Studiando la temperatura ottimale estiva di oltre 200 specie, gli studiosi hanno messo a punto un “midge thermometer” (termometro a moscerino) con un sorprendente livello di precisione di circa 1 °C. Tramite questo bizzarro “termometro” possono stimare le temperature dell’aria del passato mediante l’identificazione delle specie di Chironomidi più abbondanti nei sedimenti dei laghi di cui si conosce l’ottimo di temperatura, e quindi ricostruire registrazioni altamente dettagliate dei cambiamenti ambientali del passato (si veda: https://www.nhm.ac.uk/our-science/our-work/origins-evolution-and-futures/chironomids-as-environmental-indicators.html).
Inoltre, anche lo studio dei resti fossili di questi insetti fornisce importanti testimonianze utilissime per la ricostruzione dei cambiamenti ambientali nel corso della storia.